29/10/2003 ~ DAY #4


Oggi sono finalmente riuscito a svegliarmi in tempo per la Messa delle 7:45, salvo poi entrare in chiesa e scoprire che la celebrazione era stata anticipata di 15 minuti per aiutare alcuni pellegrini francesi in partenza, ed infatti la Messa e' in francese - ma forse la messa e' in Francese perche' Taize' e' in Francia... chi lo sa! Noto subito che la consacrazione del pane coinvolge un numero elevatissimo di ostie: sono abituato alle piccolezze di un calice, non ad un contenitore alto 10 cm e con diametro 15 cm!
A colazione incontro gli italiani: e' un gruppetto di Saronno, sono quasi tutte ragazze. Il capogruppo e' un professore che gia' conosceva Taize' e che ha deciso di portare le sue due classi in gita scolastica. Non sono venuti solo a Taize', pero' venire anche qui e' una scelta di tutto rispetto. Siamo di nuovo insieme all'introduzione biblica, scopro che i miei connazionali sono poco ferrati in materie linguistiche ed allora inizio la mia carriera di traduttore simultaneo. Non durera' molto, pero' e' una faticaccia star dietro a tutte le parole, tradurle, e magari prendere qualche appunto... va a finire che metto tutto a memoria ed il gruppo di condivisione pazienta un po' prima di avere la mia attenzione. Oltretutto l'argomento odierno mi interessa particolarmente: e' il passaggio in cui Gesu' guarisce un malato, narrato in Giovanni 5:1-9a. Seguendo le parole del frére, giungo a scoprire quanto e' incredibile avere un Dio che non impone nemmeno il suo amore, e chiede semplicemente "Vuoi guarire?". Ecco quindi che nel gruppo si e' parlato dei problemi: cosa sono, come affrontarli. Dopo la discussione abbiamo passato un po' di tempo per noi, con qualche gioco, un Halleluya in svedese e le foto per tutti.
La preghiera delle 12:20 mi ricorda che "La pace e riconciliazione di Dio si rinnovano ogni giorno", e quando esco dalla chiesa scopro un cartello molto interessante, che espone nei particolari le funzioni religiose che si svolgono a Taize': Messa cattolica ogni giorno, con possibilita' di Comunione; Santa Cena giornaliera per i protestanti; Messa ortodossa periodica; in piu', chi non riceve la Comunione puo' prendere il pane benedetto. Questa e' l'unita' dei cristiani che c'e' qui a Taize'! Di fianco c'e' un altro cartello, che termina con una frase di S.Agostino: "Signore, fa' che io non sia la mia vita."
La mattina era finita dopo una costante pioggia che spiritosamente interpreto come un ordine di Dio a lavarmi, e quindi nel pomeriggio obbedisco: pranzo, conoscenza con altri amici (a proposito... a pranzo eravamo in 8 a Tavola: io ed Andrea dall'Italia, un ragazzo della Lituania, e ragazze da Svezia, Svizzera, Polonia, Slovacchia, Stati Uniti d'America), poi svolgo il servizio in cucina e alla fine... doccia!
Facendo cosi' mi perdo l'inizio dell'approfondimento sulle vocazioni, ma quel poco che vedo mi attrae. C'e' un altro frére bilingue, inoltre e' molto comunicativo e non soffro molto il fatto di essere arrivato a discorso gia' iniziato. Dopo l'incontro, nuova pioggia (altro messaggio??) e quindi cena con amici ed altre foto. Al momento di entrare in chiesa per la preghiera riceviamo anche una candela: e' piccola, appena piu' grande della penna con cui scrivo il diario. Tradotto in centimetri non ne ho idea, il metro di tutto e' la fede e io confido che qualcuno mi spieghi a cosa serve. Intanto, mi tolgo le scarpe e prendo posto nella chiesa. Si', le scarpe: c'e' poco da storcere il naso perche' lo fanno in tanti, e poi e' molto piu' comodo. Io non sono come quelli che si sdraiano, e nemmeno come quelli che si addormentano o addirittura russano! Non sono nemmeno fra quelli che di giorno e durante le preghiere si mettono a caricare i cellulari usando le prese elettriche della chiesa: ci sono pochissime prese elettriche in giro per i dormitori, e non credo che sia un caso... Comunque, io mi tolgo anche la camicia.
Non viene dato un significato speciale alle candele, ma creano fratellanza ogni volta che bisogna accenderle, e la Chiesa e' molto piu' luminosa dopo che i bambini hanno dato inizio all'accensione delle candele. Tra la preghiera ed il riposo, prima di restare in adorazione personale sono andato da Frére Roger: c'e' sempre una certa fila che attende una sua benedizione, e stasera mi sono immesso pure io. Appena prima che toccasse a me, un flash fotografico lo irrita, vuole andare a letto e invitano noi tutti in coda ad avvicinarci per una benedizione veloce, invece di andare ordinatamente uno alla volta.
Dopo che lui mi mette le mani sulla testa, tutto quello che gli voglio dire e' "merci beaucoup", grazie mille. Lui alza la testa, per due secondi i nostri occhi si incrociano e io sento un sussulto: e' un volto stanco e pieno di rughe, ma anche fermo ed attento, un volto che capisce l'animo delle persone su cui posa lo sguardo. Sono gli occhi di frére Roger, 88 anni, priore e fondatore di Taize'.

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