31/10/2003 ~ DAY #6


Anche stamattina niente Messa: mi sono svegliato troppo tardi e a me le Messe a meta' non piacciono. Sono fatto cosi': tutto o niente. Vado quindi in chiesa a pregare dopo aver salutato alcuni amici in partenza. Comincio a notare che guardo sempre meno il libretto dei canti, forse mi sto abituando a ripetere le musiche proposte dai fréres...
Come i piccoli indiani di Agatha Christie, nel gruppo di meditazione siamo sempre di meno: oggi siamo solo in quattro, perche' le due svedesi sono assenti ed i lituani sono andati a casa. Anche gli amici di Saronno sono rientrati in Italia, lasciando me e i sardi a cantare le (pochissime) canzoni in itliano.
Tra foto (poche) e colpi di tosse (tanti), inizia la preghiera delle 12:20 con il pensiero che "l'anima del giusto e' nelle mani di Dio, e nulla puo' tormentarla". Al termine della preghiera e del pranzo, mi lascio intervistare da Thérèse sulle motivazioni del mio viaggio a Taize'.
Diversamente dai moltissimi pellegrini che sono venuti con il loro gruppo, io sono un pellegrino solitario, e questo forse mi permette di ragionare meglio sulla mia presenza a Taize'. A Thérèse rispondo che da moltissimo avrei voluto venire qui, e solo ora ho potuto farlo veramente; spero di tornare, magari accompagnando qualche amico che ho lasciato a casa; apprezzo moltissimo la preghiera perche' consente un dialogo con Dio ma trovo bizzarro che nel fare silenzio si giunga a conoscere persone di cosi' tante nazioni; ammiro molto la pace del posto e la semplicita' della vita, ho visto persone non contente dei pasti ma capisco benissimo che non e' facile attrezzare un pranzo per mille persone... insomma, su molte cose bisogna arrangiarsi.
Alle 15:00 vado in cucina da Krishna, il permanente indonesiano che coordina le attivita' dell'economato, e con gli amici svedesi e tedeschi ci mettiamo al lavoro. Finiamo dopo un'ora e mezza, e prima della pausa the' mi reco in chiesa per scrivere qualche riga.
Incredibilmente, la chiesa e' pressoche' vuota, saremo in cinque in tutto e la croce di legno e' sdraiata a terra con tre lumini accesi sulle braccia e sulla testa di Gesu'. Spendo qualche foto per la croce, anche se non dovrei disturbare la preghiera degli altri, ma la tentazione e' tanta... chiedero' scusa a Gesu' non appena seduto vicino alla croce, capisco che non e' uno spettacolo ma un mistero da adorare. Rispetto a qualche sera fa, nessuno mi mette fretta e la preghiera sulla croce si fa piu' lunga, piu' profonda, piu' personale. In testa mi rimbalzano molti nomi e molti volti per cui vorrei pregare, ma affido a Dio l'elenco che ho nel cuore, sicuro che Lui non dimentichera' nessuno.
Dopo aver fatto annullare i biglietti per domenica (complimenti alle ferrovie francesi, che mi rimborsano il 100% del denaro!), continuo la mia meditazione in camera mia, con la sola compagnia di Madame Butterfly, la mia chitarra. Le canzoni piu' gettonate nel mio juke-box interiore sono "Bless the Lord" e "Misericordias Domini": ripasso queste ed altre canzoni per un paio di volte, poi spengo la luce e procedo letteralmente alla cieca, tanto da non vedere l'orologio e arrivare tardi a cena. Prima di uscire dalla stanza, scopro una lettera di John, che e' andato via lasciandomi un saluto; mentre leggo le parole di John, entra un francese che si presenta parlandomi un po' del fratello, e capisco che stanotte non dormiro' solo. Meno male!
A cena decido di lasciare a Judith e Thérèse due delle mie croci preferite. Mi avevano fatto i complimenti per quelle due, so che gli piacciono e so anche che spedirgliene una uguale per posta non e' la stessa cosa. La prossima settimana comprero' le copie e le mettero' direttamente nella mia collezione (che comunque e' gia' abbastanza ampia da permettermi di continuare l'abitudine di metterne una diversa ogni giorno) invece di inserirle in una busta anonima per Svezia o Svizzera. Provo una sensazione strana a regalare una cosa a cui tengo veramente, e so che fino a poco tempo fa non lo avrei fatto: difatti ho spedito alcune croci via posta ad alcune amiche, giusto un mese fa, in direzione Romania.
La sera in chiesa si celebra Messa per Ognissanti, che e' poi domani ma mi dicono che si puo' far iniziare il giorno dal tramonto, come fanno normalmente gli ebrei. Nel segno di Dio vivo quindi questa Halloween a Taize', scambio qualche meditazione con frére Josef della Repubblica Ceca e, verso le undici, decido di passare dal tempo per scrivere al tempo per riposare.

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